DIVINO UMANIZZATO

Le mie opere nascono dalla considerazione dell’unicità dell’immagine attraverso i secoli, della sua continuità attraverso le epoche e la storia. Lo scopo di questi lavori è appunto l’accostamento dell’immagine classica e di quella contemporanea, che secondo il mio personale punto di vista presentano sorprendenti punti d’incontro e di contatto ed innegabili analogie e somiglianze. L’iconografia classica dei nostri tempi racchiude in sé tutta la precedenza esperienza pittorica della tradizione classica, si rifà ad essa come ad un irrinunciabile patrimonio di “visioni” che hanno già raggiunto la loro intima purezza e perfezione. Il mio sguardo di autore si posa sull’immagine figurativa per raccogliere le prove di questa a prima vista semplice ma in realtà fondamentale intuizione artistica.

Mentre la pittura contemporanea sei è spinta oltre la tradizione della figurazione per rinnegarla addirittura, un’altra importantissima forma contemporanea di espressione e di comunicazione dell’immagine quale è la fotografia conserva al suo interno dei modelli che appaiono completamente mutuati dalla pittura classica. La “scoperta” che quindi muove l’intero progetto è che i creatori di immagini del passato e del presente, cioè un’artista del ‘500 ad esempio e un fotografo attuale vedono la realtà, e specialmente la figura umana inserita nella natura, con gli stessi occhi. Si è fatto un calcolo ipotetico sulla quantità di immagini viste da un uomo del Rinascimento e da un uomo del nostro tempo, e si è arrivato alla incredibile conclusione che ciò che noi vediamo in un solo giorno è quello che un uomo di quei tempi avrebbe visto lungo l’arco di tutta la sua esistenza. Eppure questa enorme mole di immagini da noi accumulate non ha cambiato la sostanza della nostra visione, non la ha allontanata da quei criteri da quei canoni di bellezza elaborati nella cultura classica. Anzi, si può dire che tutto questo bagaglio è diventato una specie di guida inconscia per chiunque oggi voglia comporre immagini. Ai due estremi di questo lunghissimo cammino figurativo che comunque viene a coincidere sulle stesse scelte espressive, si trovano dunque la pittura classica come punto di partenza e la fotografia contemporanea come punto d’arrivo. Per annullare la fittizia distanza temporale e culturale che la separa, ho voluto provare a lavorare sulla unione di immagini del passato (cioè dipinti) e immagini del presente (cioè fotografie) creando una terza opera del tutto nuova ed autonoma, che si propone come una totale fusione delle due originarie matrici espressive. Il risultato artistico finale dimostra la perfetta coincidenza di stili, di motivi, di atmosfere, di tendenze di luce, tra immagini separate tra di loro da più sei/settecento anni di storia. Le foto sono rigorosamente in bianco e nero, in quanto questa odierna forma dell’immagine e della riproduzione del reale ha conquistato la sua classicità proprio in tale scelta, compiuta da tutti i più grandi fotografi del nostro secolo. I dipinti propongono invece il loro caratteristico tripudio di colori e di forme ricche di volumi, che è poi la più grande eredità che l’epoca classica ci ha lasciato. Non vi è alcun contrasto tra le une e gli altri, le foto di giovani modelli si inseriscono con una naturalezza sconvolgente in scenari e situazioni di opere pittoriche di un passato ormai immemorabile; acquistando così nuova forza dal loro reciproco incontro. La creazione di queste opere avviene con l’accostamento delle due diverse fonti, fuse insieme. L’intervento artistico consiste quindi solo nell’ideazione di questo accoppiamento tra immagini preesistenti, e si compie nel momento in cui ciò avviene. È questa la ragione per cui non vi è alcuna operazione di qualsiasi natura da parte mia su nessuna delle due fonti. Nessun opera pittorica sarà mia, nemmeno in parte, in quanto ciò che mi interessa è recuperare opere della tradizione classica; nessuna foto inserita nei dipinti sarà ideata, progettata, commissionata o realizzata da me, in quanto quello a cui miro è scoprire nelle foto, di tutti i giorni, pubblicate su riviste di moda, quegli elementi di classicità derivati dalla pittura del passato di cui si è parlatoCiò che voglio dimostrare è che l’idea universale non si è persa, è la stessa che anima l’uno e l’altro : il mio occhio e la mia personale visione compiono questo paziente lavoro di ricerca, di scavo quasi, per riportarla alla vita mediante l’unione delle due differenti ispirazioni, quella del pittore e quella del fotografo. Il risultato finale vive però di vita propria, non ha alcun debito verso l’opera preesistente, del pittore o del fotografo, anzi acquista una sua precisa autonomia solo grazie ad una nuova e personale ispirazione creativa. L’accostamento delle due fonti genera immagini e sentimenti del tutto originali che prima, nella separazione delle raffigurazioni pittorica e fotografica, sarebbero stati del tutto impensabili. Nell’immaginare questo nuovo mondo figurativo, frutto di un riavvicinamento ideale tra il classico e il moderno, risiede la opera di creazione.

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